Questa recensione è apparsa nel blog Cibando.
Non sapevamo che cosa aspettarci quando siamo arrivate fuori dal Hermand Pub 123. È un locale che esiste da anni: riemergono vaghi ricordi di un locale tutto in legno, con birra alla spina e wurstel e la partita in diretta. Ma come si mangerà? Le Food Fairies si guardano con trepidazione.
Non appena entrate e sceso il primo scalino vediamo che qualcosa è indubbiamente cambiato: ogni superficie è elegantemente imbiancata e strofinata, facendo trasparire in alcuni punti il legno sottostante, con un effetto “shabby chic” che ricorda la spiaggia, l’estate, la mente libera delle vacanze.
Quando conosciamo la meravigliosa Osvalda Piras, responsabile commerciale di Hermand, ci racconta che ha frequentato e lavorato per anni allo stabilimento Singita a Fregene, perfetto esemplare di qello stile “shabby chic.” Sarà una coincidenza? Entriamo in questo mondo di tranquillità, incuriosite. Ci sediamo insieme ad Osvalda, che fra chiacchiere e assaggi vari, ci farà compagnia per tutta la degustazione.Iniziamo con l’aperitivo, che consiste in un ottimo spritz, servito in un grande calice elegante e un buonissimo Prosecco Dolì, dalla casa sarda Dolianova: Osvalda, non a caso di origini sarde, garantisce che “te ne puoi bere anche cinque bicchieri e non sentire nulla!” (E non dite che non vi abbiamo avvisato!) Insieme assaggiamo alcune delle Tapas sul menu, fra cui il golosissimo “sfizietto,” un piatto di croccanti bocconcini di pasta di pizza fritta, morbidi e bollenti dentro e spolverati di origano fuori (esistono anche per i più golosi in versione dolce, con nutella e zucchero a velo). Queste ed altri Tapas (polpettine, alette di pollo, frittatine, couscous, pizza, bruschettine…) si possono degustare anche all’Aperitivo con Tapas, dalle 19,30 alle 21 ogni giovedì e domenica sera (il locale è aperto tutti i giorni) per un costo di €8.
Questa è solo una delle numerose iniziative divertenti ed economiche che organizzano regolarmente da Hermand. In programma anche una serie di gare di calcio balilla, “apericene” con proiezioni di film, serate arabe e, quello che ci piace più di tutti: la vera Happy Hour, ribattezzata l’Ora di Fuoco, ogni venerdì e sabato dalle 22 alle 23, un all you can drink per la modica cifra di €10. Per maggiori informazioni seguite Hermand Centoventitre su Facebook.
E a proposito di “all you can drink,” è ora che vi parliamo delle birre che abbiamo assaggiato. La degustazione si è svolta in modo super professionale, con quantità non esagerate, iniziando con le birre più chiare e leggere, per passare poi alle varietà più corpose e speziate. Da Hermand sono orgogliosi del loro metodo di stoccaggio e spillatura alla monacense che non si avvale di lunghe canaline refrigeranti ma parte invece direttamente dal fusto refrigerato, posizionato sotto al bancone, che permette alla birra di fluire direttamente nel bicchiere, già fredda al punto giusto, senza entrare in contatto con altre superfici che ne altererebbero il sapore. Il processo di spillatura e posatura richiede più tempo, ma ne vale lo sforzo poiché’ il risultato, ci assicurano, è nettamente superiore.
Primo assaggio la Franziskaner Weisse: la birra di grano, chiarissima, torbida perché’ non filtrata, leggermente amarognola e molto dissetante. Provatela con una fetta di limone per accentuarne la freschezza. Altra media chiara della casa è la Spaten Hell, a bassa fermentazione, buona e intrigante poiché, Osvalda ci svela, è stata individuata, nel corso di uno studio, come la birra migliore per accompagnare la pizza perché aiuta a digerirne il lievito. Ma sarà una magia?
In seguito è la volta di una serie di birre dalla casa Bavarese Riegele: quella più chiara, la Spezi Ator, di doppio malto speziato, ci è piaciuta molto per il sapore complesso e corposo. La Augustus Weizen, doppio malto di grano, è rossa e fresca, con un piacevole retrogusto amarognolo, e per finire, sempre della Riegele, la Ator, una scura a bassa fermentazione, di colore rubino scuro, con un netto aroma di melassa.
Ebbene sì, per il bene di Cibando siamo state costrette a bere più del solito stavolta, ma mai a stomaco vuoto! Sfogliando il menu siamo colpite dalla varietà delle scelte: ce n’è veramente per tutti i gusti! Voglia di pasta? Ci sono i classici primi romani, fra cui un’ottima carbonara, servita col tuorlo intero, che abbiamo divorato con gusto e professionalità. Preferite qualcosa che non cucinereste a casa vostra? Provate le specialità bavaresi della casa, veri piatti di “comfort food” invernale come gli spätzle con speck tirolese e gouda o la zuppa d’orzo, fagioli e speck che vi riscalderanno nel più profondo quando fuori il termometro scende sotto zero. Chi ha voglia di carne può andare a nozze con la selezione di carni danesi, fra cui anche l’hamburger “California” servito con pane, formaggio, pomodoro, bacon, patate fritte e uovo a occhio di bue. Sempre se la fame è tanta potreste optare per il München, una degustazione di ben quattro tipi di wurstel diversi, da provare con le deliziose patate alla vichinga, croccantine e speziate con il kummel. Per chi invece preferisce rimanere più leggero c’è una buona selezione di insalatone, da gustare da sole oppure in abbinamento ad un bel tagliere di affettati. E la pizza? L’abbiamo provata, e possiamo dirlo: è ottima. Grazie ad una lievitazione che dura dalle 24 alle 48 ore, risulta leggera e digeribile, con una crosta sottile, croccante e saporita.
Essendo entrambe mamme che girano parecchio con i bambini al seguito, abbiamo apprezzato in modo particolare il Kids Menu, che non si vede molto spesso dalle parti nostre e che comprende una simpatica selezione di piatti fatti “su misura” per i più piccoli (e anche i prezzi sono più piccoli, da €6,50 a €9).
Fra i dolci fatti in casa consigliamo il tiramisù e il dolceneve, un gelato di latte guarnito di frutti di bosco oppure salsa al cioccolato, oppure un dessert espresso fatto con i maltagliati di pastafrolla, denominati Pazzie del Re (ai frutti di bosco) o Pazzie della Regina (alla nutella).
Salutiamo Osvalda con la pancia piena e un sorriso piantato sul viso, felici di aver riscoperto un posto allegro e accogliente, soprattutto in questa parte di Roma Nord, certamente non famosa per la vita notturna.
Servizio fotografico di Giulio Riotta
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